È un programma di comunicazione gestuale che consente ai bambini, dai 6 ai 24 mesi, di comunicare bisogni, interessi e stati d’animo prima di apprendere a parlare. Combina i segni con la parola, per facilitare e arricchire il vocabolario, rafforzare il legame tra genitori e bambino riducendo la frustrazione. Questo metodo non rallenta l’apprendimento del linguaggio ma lo supporta, fa da ponte nella fase pre-verbale permettendo al bambino di esprimersi attraverso gesti intuitivi e semplici superando le difficoltà comunicative che precedono lo sviluppo del linguaggio verbale.

Di seguito l’intervista a chi ha adottato questo approccio.

ESPERIENZA DI UNA FAMIGLIA (bambino di 19 mesi)

Perché avete scelto di inserire Baby Signs ® nella vostra quotidianità e quando avete cominciato?
Quando abbiamo scoperto questo metodo l'abbiamo visto come una meravigliosa opportunità per comunicare con nostro figlio. Abbiamo iniziato in parallelo allo svezzamento. Si è rivelato molto utile per i suoi primi passi durante i pasti.

È un metodo di comunicazione facile e per tutti?
Sì, è facile. Ma è importante essere coerenti e coinvolgere tutta la famiglia, anche i nonni dopo un poco hanno imparato e utilizzano questo modo di comunicare.
E poi si possono reperire aggiornamenti su libri, corsi... In internet c'è una grande quantità di informazioni e risorse (attenzione alla fonte delle informazioni).

Com’è stato il processo durante la crescita del bambino?
Bisogna essere costanti e pazienti. All'inizio ci guardava e capiva, ma con il tempo ha iniziato a imitarci e a usare il linguaggio dei segni nel contesto appropriato. Abbiamo gradualmente introdotto il linguaggio dei segni nella nostra routine: giochi, libri, passeggiate, canzoni... e sta ancora imparando nuovi segni per comunicare. Cerchiamo di rendere l'apprendimento divertente e stimolante.

Cosa vi ha portato come genitori e come famiglia?
Un meraviglioso legame sicuro con nostro figlio. Comunicare, capire più facilmente di cosa ha bisogno e sapere come si sente aiuta nella vita quotidiana e nella gestione delle emozioni.
Anche per noi genitori che abbiamo una lingua madre diversa questo metodo porta vantaggio per il bilinguismo.
Come si può verificare da diversi studi che sono stati fatti, non comporta ritardo nella progressione dell’acquisizione verbale.