Le attività all’aperto favoriscono il benessere psicofisico del bambino a tutte le età, consentono di scaricare le tensioni, di acquisire conoscenza degli elementi della natura come piccoli animali incontrati sul percorso, fiori, piante e bacche.

Vista la premessa la montagna molto spesso offre alle famiglie l’opportunità di piccole gite fuori porta soprattutto in estate quando la temperatura in città diventa poco sostenibile con i più piccini, ed è al contempo l’occasione per svolgere una attività fisica completa che favorisce l’attivazione muscolare, l’attività cardiovascolare e l’ossigenazione polmonare.

Occorre però conoscere le principali raccomandazioni per rendere le giornate in montagna piacevoli per tutta la famiglia, tra queste ritroviamo:

  • È raccomandabile prima di una partenza per una passeggiata conoscere il percorso avendo cura di valutare la fattibilità a piedi da parte del bambino, possibili aree di sosta, e percorrenza con l’ausilio del passeggino
  • Munirsi di fascia o marsupio adeguato all’età del bambino per trasportarlo in caso di bisogno, portare il bambino in braccio nel bosco o nei sentieri può essere pericoloso, favorisce l’instabilità nella camminata e cadute accidentali del genitore
  • Verificare prima della partenza le condizioni atmosferiche (freddo, sole o improvvise piogge), dotarsi del vestiario adeguato
  • Portare con sé occhiali da sole, cappellino, crema solare e crema protettiva in caso di freddo o vento
  • Visto il movimento fisico e il dispendio energetico in montagna portare sempre con sé acqua, snack e frutta, non fare affidamento solo sul raggiungimento della struttura alberghiera
  • Educare da subito i bambini ad affrontare i percorsi montani con pazienza, affrontando la strada con un andamento regolare, evitando cambi di percorso che potrebbero mettere in pericolo la famiglia, generare infortuni o esaurire le forze prima del tempo

Ma i bambini possono essere portati a qualsiasi altitudine?

Altitudine elevate possono causare una patologia denominata “mal da montagna”, caratterizzata da disturbi quali irritabilità, diminuzione dell’appetito, stanchezza, nausea vomito e disturbi del sonno. Tra le cause ad oggi più note evidenziamo la rapida risalita in quota, la stanchezza fisica eccessiva, il freddo, pregresse o ricorrenti infezioni respiratorie, problemi cardiaci. Vediamo meglio come prevenirla.

In linea generale per i lattanti (di almeno 1 mese di vita) e bambini fino ai 2 anni di età è possibile raggiungere e stazionare ad altitudini tra i 1500m e i 2000m, altezze superiori ai 2000m non andrebbero mai superate in questa fascia d’età. L’altitudine deve essere raggiunte lentamente, evitando mezzi di risalita (ovovie, funivie…). Favorire risalite graduali a piedi o con l’uso dell’auto fermandosi di tanto in tanto per garantire un migliore adattamento.

Dai 2 ai 5 anni le indicazioni rimangono le stesse ma è possibile raggiungere i 2500m. Oltre i 5 anni è possibile raggiungere quote più elevate.

In generale quando si sale in quota spesso è necessario compensare la pressione avvertita tra l’orecchio medio e l’esterno facendo deglutire il bambino con regolarità, non sottovalutare pianti improvvisi nel bambino non verbale. In generale in caso di sintomi da “mal da montagna” che possono comparire anche dopo 4-12 ore è necessario scendere di quota fino al miglioramento della sintomatologia.